L’Ukip è un partito sessista, razzista e omofobo?

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Mi pongo delle domande. Leggiamo l’articolo pubblicato sul Huffingtonpost italiano “Nigel Farage: “Le donne valgono meno e i gay non sono normali”. Le frasi choc di Ukip che imbarazzano M5S“.

Sul Huffingtonpost italiano è riportata una frase di Farage che dice “Le donne valgono meno, è giusto guadagnino meno, vanno in maternità“. Dal sito express.co.uk leggo invece:

“If a woman has a client base and has a child and takes two or three years off work, she is worth far less to the employer when she comes back than when she goes away because her client base cannot be stuck rigidly to her”.

Inoltre, dopo, dice:

“I think that young, able women who are prepared to sacrifice the family life and stick with their careers do as well, if not better, than men”.

Mi sembra che il significato sia diverso da quello riportato in Italia.

Sempre sul Huffingtonpost italiano è riportata una frase di Julia Gasper sugli omosessuali: “Tra omosessualità e pedofilia ci sono tali legami che non basta un’enciclopedia”. Sul Huffingtonpost italiano viene definita come un esponente dell’Ukip, ma non lo è. Lo era, è stata costretta a dimettersi dopo quelle uscite (basta leggere su RationalWiki la sua presentazione: “Julia Gasper is a member of the English Democrats, and a former member of the UKIP before they ousted her after she claimed that some gay men prefer sex with animals“).

Sempre sul piano dell’omofobia, il dirigente dell’Ukip David Silvester disse: “Dacché riconosciuto il matrimonio gay, UK è colpita da alluvioni”. Venne cacciato dal partito subito dopo.

Infine, sul Huffingtonpost italiano, viene riportata una frase di Douglas Kenny (sarebbe “Denny”, ma non importa): “Gli omosessuali sono sodomiti e comunisti, la piantino di dirsi normali”. In parte ha detto questo, però sul sito independent.co.uk, dove sono riportate le testuali parole di Douglas, c’è scritto:

“What irritates me is they (sic) way they and their leftie, neo-Commie followers seem to want to force the rest of us to consider them as normal. I just wish they would keep their homosexual nature and practices to themselves and stop trying to ram it down my throat telling me they are ‘normal’ when they are not”.

D’accordo, non ci discostiamo troppo dai toni, ma dov’è la parola sodomiti?

Inoltre Denny dichiarò:

“Ritengo che gli omosessuali abbiano tutto il diritto di vivere le loro vite e di andare in giro come chiunque altro, e non meritano alcuna discriminazione per la loro sessualità. Vorrei solo che non cercassero di farmi accettare che le loro pratiche sessuali siano normali”.

Se l’Ukip fosse un partito omofobo, come potrebbe essere candidato ed eletto David Coburn, dichiarato omosessuale? Ho scoperto che esiste anche il gruppo “LGBT in UKIP” e che il partito accetta i matrimoni gay.

L’Ukip è razzista? Harry Perry, candidato, scrisse un Tweet contro l’Islam considerandolo il demonio. Dopo queste affermazioni è stato espulso.

Tra le frasi contestate all’Ukip c’è quella di Godfrey Bloom: “La Gran Bretagna non dovrebbe dare aiuti economici alle terre del bongo bongo”. Per aver definito il terzo mondo “terre del bongo bongo” è fuori dal partito dal 24 settembre 2013, ma nelle immagini Facebook che vedo lo attribuiscono ancora come membro dell’Ukip (sbagliando).

Come farebbe un partito come l’Ukip, ritenuto razzista, a candidare Amjad Bashir, cittadino musulmano nato in Pakistan, e Steven Woolfe, di origine afroamericana, ebraica e irlandese? Cioè, sarebbe un’enorme contraddizione!

La politica sul piano dell’immigrazione dell’Ukip non è affatto su base etnica o razziale, infatti si dichiarano favore dell’immigrazione qualificata (magari quella di laureati e di qualsiasi nazionalità), come si legge nell’Independent.co.uk:

Providing refuge and opportunity for skilled migrants who want to work hard and assimilate into our society is not what Ukip has a problem with. Instead, we insist that this country has an immigration policy that has both quantity and quality control.

Anche in Germania, con la Merkel, si è discusso sul “Welfare turistico” (e per una volta cito un quotidiano che non apprezzo, ma che stavolta ha scritto qualcosa di diverso e lo tengo a mente), chiamato in tedesco “Sozialtourismus“, che comunque si rifà al regolamento europeo. Cosa si dice in Italia? Leggiamo dal sito Stranieriinitalia.it:

Il cittadino comunitario che decide di soggiornare in Italia per oltre tre mesi, ha l’obbligo di richiedere l’iscrizione all’Anagrafe del Comune di dimora. A tale iscrizione, che sostituisce integralmente la richiesta della carta di soggiorno Ce, abolita da oltre un anno, consegue il rilascio della “attestazione anagrafica”
Il diritto di soggiorno e pertanto l’iscrizione anagrafica sono riconosciuti al cittadino comunitario che sia
– lavoratore subordinato o autonomo;
– studente iscritto presso un istituto pubblico o riconosciuto dallo Stato per la frequenza di un corso di studi o di formazione professionale purché in possesso di risorse economiche sufficienti per sé stesso e per i propri familiari e di un’assicurazione sanitaria;
– cittadino comunitario in possesso di risorse economiche sufficienti per sé stesso e per i propri familiari e di un’assicurazione sanitaria.Se invece, scaduti i tre mesi dall’ingresso il cittadino UE non riesce a “regolarizzare” il proprio soggiorno in Italia secondo le disposizioni di legge, può essere allontanato dal territorio nazionale. L’allontanamento può essere disposto anche se, successivamente all’iscrizione anagrafica, vengono meno le condizioni che hanno determinato il diritto al soggiorno.

Sempre sul tema razzismo, Farage fece espellere Borghezio dal gruppo europeo per le affermazioni contro la Kyenge con un “o lui o noi”.

Non ho spulciato tutte le frasi citate da membri dell’Ukip, ma trovando queste mi domando: c’è qualcosa che non va, o sbaglio, in tutto quello che si legge in giro?

NOTA

Piccola parentesi sulla libertà di voto all’interno dei gruppi del Parlamento Europeo. Si legge che l’EFD (Europe of Freedom and Democracy), di cui fa parte l’Ukip e dove vogliono prendere casa i 5 Stelle, garantisce libertà di voto. Funzionerebbe così in tutti i gruppi politici al Parlamento europeo. I gruppi sono costituiti da partiti nazionali differenti tra di loro, ma che condividono i principi base (per l’EFD il dichiarato euroscetticismo), ma far parte di un gruppo non vuol significare che si condivide tutto. Infatti non succede mai che all’interno di un gruppo ci sia la stessa posizione su un argomento (in Italia chi vota contrario al partito viene considerato “traditore” immediatamente). Sul sito Votewatch.eu possiamo infatti vedere chi ha votato cosa e cercare i votanti di un singolo gruppo per una singola proposta: esempio. Succede a tutti, dai Popolari, ai Socialisti, ai Liberali, e anche nei Verdi (che ospitavano anche i partiti regionalisti e indipendentisti come quelli della Catalogna che hanno sensibilità diverse). In tutta sostanza, il 5 Stelle potrebbe entrare in qualunque gruppo, avranno comunque libertà di voto.

Allora perché con l’EFD e non con i verdi? Se il Presidente del Partito Verde Europeo, Monica Frassoni, durante questo ultimo mese di campagna elettorale lancia attacchi contro Grillo e il Movimento 5 Stelle, adesso vuole fare gruppo insieme? Mi ricorda il PD durante le elezioni 2013.

Immaginate se sul Blog di Grillo avessero fatto un’immagine come quella che circola in Rete (guarda l’immagine) però con le dichiarazioni di membri del Partito Democratico come la consigliera di Prato, Caterina Marini (che insultò e invitò alla morte gli extracomunitari), spacciandola per “ancora iscritta al partito”. Avrebbero risposto “eccoli, quelli della Rete, potevano cercare su Google e scoprivano che era stata cacciata”. E cito solo l’esempio di Marini, perché potrei citare anche quello del candidato Giovanni Picaro che definì i bambini extracomunitari “Mao mao” (ma è ancora nel PD).

Comunque sia, anche se si fossero uniti al gruppo dei Verdi li avrebbero criticati comunque. Avremmo letto sui giornali “Grillo critica il Fiscal Compact e si unisce con quelli che hanno votato a favore” (guarda il voto). Poi li avrebbero criticati perché si sarebbero messi insieme a chi ha appoggiato le guerre in Iraq, Afghanistan e Libia.

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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