Bambini uccisi come cani randagi per il mondiale in Brasile?

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Gira su internet, soprattutto su Facebook, una foto dove viene mostrato il massacro di tanti bambini nelle favelas brasiliane.

Questa immagine è stata pubblicata da Antonello Zappadu su Facebook, citando in fondo all’articolo il link ad un articolo pubblicato su Vozpopuli.com dove un reporter danese, Mikkel Jensen, denuncerebbe l’omicidio dei bambini di strada durante la notte per ripulire le città e dare una buona immagine per i Mondiali.

Partiamo da qui: chi è Mikkel Jensen? Il giornalista è dichiarato indipendente, non c’è alcuna testata giornalistica o rivista a cui collegarlo. Hanno parlato di lui anche ad Aprile, dicendo che se ne era andato per la troppa violenza e personale indignazione.

Dal suo profilo Facebook leggo le sue collaborazioni:

  • presso il sito Pladepressen.dk che, ops, è suo (grazie whois)
  • presso il sito Rio20.dk (sempre suo)
  • presso il sito Vmbloggen.dk (sempre suo)
  • presso Ejer (???)
  • presso MIKKELKELDORF.dk (evito di commentare… anzi, no, è sempre suo).

Un perfetto sconosciuto, ma non per questo un semplice sconosciuto non può fare un reportage da urlo!

Non ha portato niente di nuovo. Lo stesso video documentario, pubblicato sul suo sito, intervista varie persone tra cui Marcelo Freixo (Presidente della Commissione per i Diritti Umani a Rio de Janeiro) e lo scrittore Karl Erik Schollhammer. Il primo racconta della corruzione dei militari e poliziotti assoldati da privati, che detengono il “potere” locale, per eliminare dalle strade gli “indesiderati”. Il secondo, che vive da oltre vent’anni in Brasile, racconta che non è sorpreso al vedere all’opera questi “squadroni della morte”, che esistono da molto, troppo tempo. Una semplice ricerca ci fa capire che ha perfettamente ragione, da tempo il Brasile assiste a questi scenari (leggi qua). Già nel 2005 Pacelink.it ne parlava.

Insomma, Mikkel Jensen non ha scoperto nulla di nuovo, ma gli è senz’altro utile abbinare questi fatti alla Coppa del Mondo per farsi conoscere dai media di tutto il pianeta.

Torniamo alla foto pubblicata su Facebook. La foto racconta l’accaduto presso la zona di Morro do Juramento nel febbraio di quest’anno (4 febbraio 2014), dove i militari della UPP (la “polizia pacificatrice“) cercavano di stanare i trafficanti che avevano attaccato la loro base uccidendo una giovane ufficiale, Alda Rafael Castilho. Nell’articolo pubblicato su Globo.com notiamo che si tratta della stessa strada della foto pubblicata su Facebook. Non ho trovato, però, riferimenti ai giovani ragazzi uccisi. Non ho dubbi che la foto pubblicata su Globo.com sia stata scattata dopo aver tolto i corpi dei ragazzini.

Non vi metto il link diretto, vi sconsiglio di vederle se siete deboli di cuore, ma se andate su images.google.com e cercate “mortos no morro do juramento” troverete le altre foto dell’accaduto.

Conclusione:

  • ci sono corpi “militari” che fanno “pulizia” nelle strade brasiliane? Si.
  • la cosa è collegata ai mondiali di calcio? No, esistono da anni e hanno tutt’altra origine.
  • quella foto riguarda la “pulizia” delle strade in vista del Mondiale? No.

Una mezza verità e una mezza bugia? Purtroppo si, si sta sfruttando una tragedia per buttare legna sul fuoco sulla, comunque, indecorosa gestione del mondiale brasiliano.

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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