“Movida”, ma responsabilmente

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Ha fatto parlare di se Federico Pizzarotti, primo cittadino di Parma, per via della sua ordinanza di divieto di vendita di alcolici (e di qualsiasi bevanda in contenitori di vetro) al di fuori dei locali della città dalle 21 di sera alle 7 del mattino seguente. L’ordinanza mi sembra esagerata.

Posso capire le motivazioni di Pizzarotti (che spiega in questo video), in particolare la questione legata alla necessità di riposo da parte degli abitanti delle zone dove si svolge la “Movida”. Tuttavia ritengo esagerato il limite posto alla vendita di alcolici.

Voglio fare degli esempi pratici, magari banali, ma reali.

Il punto di vista di un cittadino che lavora fuori città

Può capitare che alcune persone che vogliano partecipare alla “Movida” si spostino nel centro storico subito dopo cena, e l’orario di cena può essere variabile da persona a persona. Pongo l’esempio di Udine: un lavoratore residente nella città friulana, che lavora presso la sede di Trieste della società per cui opera, difficilmente arriverebbe alla “Movida” già cenato e avrebbe poche possibilità di bersi un taglietto con gli amici.

Il punto di vista di un cittadino residente in città

Immagino un cittadino di Udine, contento che può bere la sua birretta in santa pace consapevole di trovarsi a due passi da casa. Immagino ora un cittadino di Udine che fino alle 21 beve tranquillamente le sue due birre medie in centro per poi spostarsi con la macchina al di fuori della città per continuare la sua “Movida”. I rischi sono due: una persona brilla al volante che può causare incidenti stradali e a cui potrebbe essere tolta la patente (disagio pubblico e disagio personale). Preferisco vederlo tornare a casa brillo a piedi piuttosto che in macchina.

Il punto di vista degli esercenti

Non possiamo tranciare di netto il guadagno agli esercenti. Certo, Pizzarotti parla dell’abuso di alcolici come unica soluzione per il divertimento serale giovanile, ma anche se viene posto un divieto agli esercenti nulla vieta ai giovani di portarsi da casa le bottiglie di birra o di vino. Succedeva già con le discoteche, dove all’interno non venivano più somministrati gli alcolici da una certa ora: all’esterno i giovani aprivano il bagagliaio della loro auto piene di alcolici per continuare “lo sballo notturno”.

Il punto di vista di Milanosmarritatv

Riporto un estratto del minipost del Blog di Beppe Grillo, scritto da Milanosmarritatv, intitolato “Parma e la Movida selvaggia“:

“Ogni notte fuori dai locali milanesi della movida risse, accoltellamenti, aggressioni ai residenti, spaccio di droga, siringhe infette abbandonate nei portoni. Milano, capitale della ‘ndrangheta, dello sballo e del chupito: la movida è diventato un fenomeno delinquenziale, ma la lobby dei localari ha decretato che il chupito e gli alcolici debbano essere l’unico motore enonomico della città. E intanto, un’anziana del centro è morta quest’anno, vittima dello stress per movida. I vigili urbani non servono quando le strade sono invase da migliaia di ubriachi, grazie alla apertura continua di chioschi-bar, piccoli bugigattoli che vendono tutta notte superalcolici, gestiti spesso da pregiudicati.”

Non possiamo etichettare tutti gli esercenti come facenti parte di una “lobby” o “pregiudicati” o “malavitosi”. A Milano c’è un giro malavitoso denunciato da anni, dai cittadini, dai media, ma cosa si è fatto per risolvere la situazione? Nulla.

Se parliamo di esercenti pregiudicati dovremmo valutare innanzitutto per cosa sono stati giudicati. Se il reato è relativo all’esercizio delle proprie funzioni di esercente potrei benissimo richiedere che venissero revocati i permessi (sto esagerando, ma sarebbe da vedere caso per caso e relativa pena da imporre).

Se parliamo di esercenti malavitosi bisogna innanzitutto provarlo. Una volta provato, il sistema giustizia dovrebbe intervenire, a partire dal sindaco. Ma finché non ci sono prove rimane tutto un “bla bla bla”.

Bisogna anche considerare il fatto che se i cittadini sono consapevoli che un determinato esercente è considerato malavitoso (senza prove, ribadisco) i cittadini stessi potrebbero evitare di frequentare il suddetto locale e andare altrove.

Rumore e schiamazzi

Tornando alla questione “rumore” e “schiamazzi”, è certamente lodevole il tentativo di Pizzarotti di aiutare i residenti delle zone della “Movida”. Posso immaginare un centro storico che a partire dalle ore 21 inizia a svuotarsi e riversarsi verso locali presenti al di fuori della città dove è permessa la somministrazione di alcolici. Poi arriverà al momento in cui non verrà più nessuno e la “Movida” verrà spostata fuori città, uccidendo di fatto il centro. I cittadini residenti potranno sicuramente dormire sonni tranquilli, al contrario degli esercenti.

Immaginate via Sarpi completamente piena anche senza la vendita di alcolici da parte degli esercenti: lo schiamazzo continuerebbe lo stesso, la gente parla, scherza, ride, urla. L’alcol “aiuta” lo schiamazzo, ma di certo la sua mancata somministrazione non lo eliminerebbe comunque.

Il problema sicurezza e la responsabilità cittadina

Il problema sicurezza? “I vigili urbani non servono quando le strade sono invase da migliaia di ubriachi”, riporta così il minipost del Blog di Beppe Grillo.

Vorrei citare il caso dei tifosi violenti in Inghilterra: a chi commette reati da stadio è vietato l’ingresso a vita negli impianti sportivi, con una condanna di circa 6 anni di carcere e il processo è sempre svolto per direttissima. Non vorrei sembrare troppo “cattivo” agli occhi di qualcuno, ma vorrei responsabilizzare da una parte sia i cittadini onesti (che bevono e si divertono responsabilmente) e gli onesti esercenti, i quali devono essere i primi a segnalare alla polizia eventuali comportamenti scorretti (a dir la verità dovrebbero essere prima di tutto gli esercenti a denunciare). Dopo di che un bel processo per direttissima e lavori socialmente utili il giorno dopo la “Movida”: a ripulire tutto!

Magari potrà sembrare una proposta banale, ma è l’una del mattino e sono riuscito a partorire solo questa proposta. Di certo, però, c’è bisogno di maggior responsabilità da parte dei cittadini onesti e degli esercenti onesti per quanto riguarda la questione “sicurezza”.

E se succedesse a Udine con via Sarpi?

Potrei immaginare un mercoledì sera in via Sarpi a Udine senza alcolici dalle 21 in poi: il vuoto. Dopo due settimane la gente inizierebbe a festeggiare i mercoledì sera fuori città.

Non è giusto che paghino tutti per colpa di pochi

Il problema è culturale. Pizzarotti, con questo divieto della vendita di alcolici, colpisce gli esercenti senza risolvere il vero problema: “l’abuso di alcolici come unica soluzione per il divertimento serale giovanile”.

Ci sono giovani consapevoli che bevono alcolici responsabilmente anche alle 24 di sera, come esistono giovani che non hanno tale consapevolezza. E’ su questi che bisognerebbe lavorare.

Mi piace la “Movida”, mi piace poter andare in via Sarpi dopo la partita di calcetto con gli amici del mercoledì sera, arrivare alle 22:30 già docciato, mangiare qualcosa e bere consapevolmente con loro fino a tarda notte. Se mi togliessero la birretta dopo le 21 non andrei sicuramente in via Sarpi, sarei costretto ad uscire dalla città.

Non è giusto che paghino tutti per colpa di pochi. Bisogna ragionarci.

Nota di simpatia al Corriere.it

Il Corriere della Sera ha pubblicato un articolo in merito al Beppe Grillo e la “Movida”. L’articolo è stato cancellato (link). Mah, simpatici.

L'articolo del Corriere.it cancellato e recuperato dalla cache di Google L'immagine denuncia del Blog di Beppe Grillo sull'articolo cancellato dal Corriere.it

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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